"Mi tagli un braccio, va bene, io dico 'me e il mio braccio'. Mi tagli anche l'altro braccio, io dico 'me e le mie braccia'. Togli il mio stomaco, i mei reni, ammesso che sia possibile, io dico 'me e il mio intestino'. Ora, se mi tagli pure la testa, che cosa direi? 'Me e la mia testa' o 'Me e il mio corpo'?
Che diritto ha la mia testa di chiamarsi Me?"
(tratto da L'inquilino del terzo piano)
Con qualche giorno di ritardo presento il primo "Personaggio del mese" del 2013: Roman Polanski. Potrei tentare di abbozzare delle motivazioni che giustifichino questa mia scelta (prima tra tutte il fatto che Polanski compirà ad Agosto di quest'anno ottant'anni), ma il rischio sarebbe quello di incappare in inutili forzature. Il motivo è molto più semplice: rivedendo per caso in questi giorni due film come Rosemary's Baby e L'inquilino del terzo piano è riaffiorato in me tutto l'entusiasmo e l'amore che da anni nutro nei confronti di questo straordinario regista e - contemporaneamente - è emerso il desiderio di condividerlo con i lettori di questo blog.
Nel farlo non ho potuto non considerare il fatto che questa scelta possa essere considerata non proprio "politicamente corretta", dato che negli ultimi anni il nome di Roman Polanski è stato associato meno ai suoi film e più alle note vicende giudiziarie - iniziate nel 1977 e tornate alla ribalta in seguito all'arresto del regista in Svizzera nel 2010 - legate al rapporto sessuale che Polanski consumò con l'allora tredicenne Samantha Geimer. Credo, tuttavia, che si possa omaggiare senza remore il suo cinema operando al contempo una sorta di "sospensione del giudizio" sull'uomo, esimendomi dal sentenziare perché non ritengo che sia questa la sede opportuna e perché considero questa vicenda estremamente delicata, complessa e non perfettamente chiara in tutti i suoi punti.