Moltissimo cinema contemporaneo ci ha abituato a rinunciare all'idea di una posizione unica e rigida nei confronti della storia che un film ci racconta o, detto in altri termini, ci ha ripetutamente posto di fronte a forme di narrazione complessa che rendono necessaria da parte nostra una continua reinterrogazione delle singole situazioni, per giungere a delle forme di verità sempre parziali e quasi mai definitive. Il punto di vista dello spettatore contemporaneo è qualcosa di fluido, continuamente riconfigurato nel corso della visione di un film.
Con Il sospetto, film presentato in concorso all'ultimo Festival di Cannes, Thomas Vinterberg sembra andare programmaticamente controcorrente, mettendo lo spettatore nella condizione di conoscere fin da subito la verità - l'unica verità esistente - ma costringendolo, nonostante ciò, a fare i conti con delle forme altalenanti di partecipazione emotiva che lo portano a comprendere anche le ragioni di chi è (a sua insaputa) dalla parte del torto.